1.4 IL MECCANISMO DI FUNZIONAMENTO DEL MERCATO

 

A uno sguardo superficiale, il sistema di mercato può sembrare un miscuglio caotico di imprese, lavoratori e consumatori, con una qualche regolamentazione da parte dello Stato. Per qualcuno è una vera sorpresa il fatto che i generi alimentari vengano prodotti e trasportati nel luogo appropriato e siano ancora gradevoli al palato quando raggiungono la tavola (se ci pensate, alcuni arrivano da molto lontano!).

Ma se proviamo a pensare all’esempio di una grande città possiamo capire in modo convincente che un sistema di mercati, per quanto possa presentare dei difetti o produrre effetti collaterali non desiderati, ha una caratteristica ben precisa: funziona. D’altronde, Adam Smith elaborò la sua teoria della MANO INVISIBILE proprio osservando i mercati di Londra!

Pensiamo a una città come Milano: senza un costante flusso di beni in arrivo e in partenza, e conseguente regolare rifornimento di supermercati e rivenditori di vario genere, la città si ridurrebbe a condizioni prossime alla fame nel giro di una settimana. Per evitarlo, sono necessari molti tipi di generi alimentari, delle qualità e nelle quantità appropriate. Le merci richieste provengono dalle zone circostanti, dal resto d’Italia, ma anche dai più remoti angoli del globo, e restano in viaggio a volte per molto tempo, dirette a Milano. Come mai i milioni di abitanti che ci abitano possono dormire di notte sonni tranquilli, senza vivere nel terrore mortale di un’interruzione dei complessi processi economici da cui dipende la sopravvivenza della città? E aggiungiamo un altro fatto sorprendente: tutte queste attività economiche vengono intraprese senza alcuna coercizione o direzione centralizzata da parte di nessuna autorità.

Certo, lo Stato detta alcune normative, in materia di dogane, controlli sanitari, regolamentazione dell’energia elettrica, dei salari e così via. Ma quello che in realtà passa inosservato è quanta parte della vita economica di tutti i giorni si svolga senza l’intervento dello Stato. Di loro spontanea volontà, senza alcuna forma di direzione o pianificazione centralizzata, milioni di persone producono migliaia di merci diverse.

Un’economia di mercato è un meccanismo complesso destinato a coordinare in modo inconsapevole individui e imprese attraverso un sistema di prezzi e mercati. È un mezzo di comunicazione in grado di mettere in comune le conoscenze e le azioni di milioni di individui diversi. Pur non essendo guidato da un’intelligenza centrale, riesce a risolvere un problema che neppure il più potente computer sarebbe capace di risolvere, implicando milioni di incognite e di relazioni. Nessuno l’ha progettato: è il puro risultato dell’evoluzione e della società umana e, come essa, cambia di continuo. Ma è riuscito a superare la prima prova di qualsiasi organizzazione sociale: è capace di sopravvivere.

Consideriamo un esempio realmente accaduto nella storia per capire come funziona: supponiamo di essere diventati tanto ricchi da poterci permettere di mangiare carne ogni giorno, senza doverci rimpinzare di patate (oppure mangiare aragoste, senza doverci rimpinzare di pastasciutta!). Come si potrà tradurre in pratica questo desidero di sostituire la carne alle patate? A quali uomini politici ci rivolgiamo? Quali decreti essi emaneranno per indurre gli agricoltori a trasferirsi nelle zone adatte all’allevamento del bestiame, anziché alla coltivazione delle patate? Di quanto decideranno di aumentare le rendite per convincere i proprietari della terra a mutarne la destinazione dalla produzione delle patate al pascolo del bestiame? E come faranno per essere sicuri che noi, il popolo, otterremo ciò che desideriamo di maiale e agnello, nonché di manzo?

COME IL MERCATO SI RIORGANIZZA

È inutile insistere: tutti sappiamo che le cose non vanno così. Ciò che accade in realtà è quanto segue: i consumatori cominciano ad acquistare meno patate e più carne, e, quando la carne comincia a sparire dai banchi di vendita delle macellerie mentre le patate avanzano nei negozi dei fruttivendoli, i venditori alzano il prezzo della carne e abbassano quello delle patate: di conseguenza, i coltivatori di patate subiscono perdite mentre gli allevatori di bestiame realizzano guadagni. I lavoratori degli allevamenti si accorgono di poter ottenere salari più alti, mentre molti di quelli impiegati a raccogliere patate vengono licenziati o lasciano le loro occupazioni per attività meglio retribuite altrove. Col trascorrere del tempo, i più elevati prezzi della carne incentivano un aumento della produzione di manzo, maiale e agnello.

Questo esempio è realmente accaduto nella storia in Europa, e sta continuando ad accadere nei paesi emergenti, man mano che innalzano il loro livello di vita: nel secolo scorso in Europa i componenti principali della dieta erano le patate, la farina di cereali, lo zucchero e il vino, mentre oggi sono la carne, le bibite analcoliche, la saccarina e le verdure surgelate. Decenni fa, gli alimenti venivano venduti allo stato naturale, in forma non preparata per il consumo, mentre oggi si può acquistare un intero pasto preconfezionato. Che cosa ha determinato questa rivoluzione? Essa si è prodotta quando i mutamenti delle preferenze e dalla tecnologia hanno operato attraverso le forze della domanda e dell’offerta.

Nei sistemi di mercato, rivoluzioni del genere avvengono di continuo. Man mano che mutano i bisogni e i desideri delle persone, che cambiano metodi di lavorazione o la disponibilità delle risorse naturali, il mercato registra cambiamenti dei prezzi e delle quantità vendute di beni (caffè, zucchero, pollo, riso…) e fattori di produzione (terra, lavoro, capitale). È in funzione un sistema di razionamento mediante i prezzi. Per comprendere come funziona, e addentrarci nelle meraviglie del sistema di mercato, dobbiamo conoscere le curve di DOMANDA e di OFFERTA.

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