IL CODICE PENALE for dummies 2

 

PARTE 2: Gli ingranaggi della giustizia: le indagini

Come funziona la giustizia? Come si arriva da un fatto ad una condanna, e poi a scontare quella condanna?

Tutto è piuttosto lungo e complesso, naturalmente, sia perché molte volte è complessa la ricostruzione dei fatti e l’individuazione del colpevole, sia perché è necessario che tutto sia fatto tutelando al massimo l’eventuale colpevole, date le gravi conseguenze che si prospettano.

Lo Stato vuole assolutamente evitare, non bisogna certo spiegare il motivo, la condanna di un innocente, e dunque assegna all’indagato o imputato (c’è differenza tra queste due situazioni, lo vediamo tra poco) la possibilità di difendersi.

Tutto parte dall’azione delle Forze dell’Ordine (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza), le quali individuano un fatto che potrebbe essere un reato e una o più persone che potrebbero esserne i responsabili. Possono venirne a conoscenza tramite una denuncia fatta da qualcuno, potrebbero assistere loro stessi al fatto, potrebbero averlo scoperto nell’ambito di una apposita operazione. Potrebbe essere sufficiente anche una telefonata, magari una richiesta di aiuto, a farli intervenire.

Quando individuano qualcuno che ritengono potrebbe essere responsabile del fatto, questa persona è l’INDAGATO. Di questo informano il magistrato che segue le indagini e svolge il ruolo di accusa di fronte al Giudice, che è il Pubblico Ministero, e se questi ritiene che vi siano a carico dell’indagato gli elementi per procedere (in pratica, se ritiene di avere sufficienti prove a suo carico) lo iscrive in un apposito registro e da questo momento in poi il presunto colpevole assume la qualifica di IMPUTATO. Questo ha delle importanti conseguenze dal punto di vista della procedura, ma naturalmente qui non scendiamo nei dettagli. E’ però importante sottolineare un principio fondamentale, cioè che comunque anche l’imputato va considerato innocente fino a quando il processo non sarà concluso, e il Giudice avrà dichiarato la sua colpevolezza. Fino a quel momento, quelle del Pubblico Ministero sono solo accuse da dimostrare, di fronte alle quali anche l’imputato avrà modo di difendersi, attraverso il suo avvocato.

Furti di cioccolatini negli autogrill, camionista ghiottone denunciato

I poliziotti della Stradale hanno individuato l’autore, un 60enne, dall’esame delle riprese video. Rubava cioccolatini di marca dagli autogrill dove si fermava per le soste con il camion. Autore dei furti, un camionista, che i poliziotti della Stradale hanno denunciato dopo averlo individuato. Nelle settimane precedenti erano arrivate diverse segnalazioni alla Polizia stradale: secondo i calcoli dei gestori, c’erano stati ammanchi di merci in alcuni punti ristoro della A14.

Il modus operandi utilizzato dall’autore dei furti, sostanzialmente identico in tutti gli episodi, ha fatto sospettare che ad operare fosse un “ladro seriale”, mentre lo studio della cadenza temporale con la quale si erano verificati i fatti e degli esercizi colpiti, ha consentito di orientare le indagini degli investigatori.

L’esame delle immagini registrate dal sistema interno di videosorveglianza ha consentito di risalire ad un camionista. Potrebbe esser lui l’autore di furti per un ammontare ancora da quantificare ma che, ad una prima valutazione, sfiorerebbe i 500 euro di valore. L’autotrasportatore, una volta rintracciato e identificato, ha ammesso le proprie responsabilità, si è dichiarato intenzionato a risarcire il danno, ma intanto è stato denunciato all’autorità giudiziaria.

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