1.01 LE TRE DOMANDE FONDAMENTALI DELL’ECONOMIA POLITICA

 

LE TRE DOMANDE FONDAMENTALI DELL’ECONOMIA POLITICA

Qualsiasi società, sia essa una moderna società capitalista, una tribù dell’Amazzonia o uno stato comunista ad economia centralizzata deve affrontare in qualche modo tre problemi economici fondamentali e interdipendenti:

COSA si deve produrre, e in che quantità? Cioè, quanti e quali beni e servizi si devono produrre tra quelli che si possono scegliere come alternative? E quando si dovrà produrli? Dovremo produrre più cibo e meno vestiario o viceversa? Pane e burro oggi, oppure pane e alberi da frutto oggi e pane e marmellata l’anno prossimo?

COME si devono produrre i beni? Cioè, chi deve produrli, quali risorse si devono usare, quali procedimenti tecnici si devono seguire? Chi deve andare a caccia e chi coltivare? È meglio ricavare energia dal petrolio o dalle pale eoliche? Con grandi imprese o piccoli artigiani? E, se decideremo di usare tutti questi sistemi, che quantità è meglio produrre con ciascuno?

“I/LG-023 M.te Gottero” by iz1ksw is licensed under CC BY-SA 2.0 

PER CHI dovranno essere prodotti i beni? Cioè, chi deve ottenere i benefici dei beni e dei servizi prodotti dal paese? Detto in altri termini, come deve essere distribuito tra gli individui e le famiglie il prodotto nazionale? Alcuni saranno ricchi e molti poveri o vogliamo una società in cui la ricchezza sia distribuita equamente? Dobbiamo compensare di più i più intelligenti, i più forti, i più intraprendenti? O dovremo fornire pasti anche ai più pigri?

LA LEGGE DELLA SCARSITA’


Queste tre domande non sarebbero problemi se le risorse fossero illimitate. Se si potesse produrre una quantità infinita di ogni bene, o se i bisogni umani fossero completamente soddisfatti, non avrebbe importanza se si producesse una quantità eccessiva di un certo bene, né importerebbe se i fattori di produzione (terra, lavoro, capitale) non venissero combinati razionalmente. In questa ipotetica situazione ideale, dove ciascuno di noi potrebbe avere tutto ciò che desidera, non avrebbe importanza il modo di distribuire beni e redditi tra le persone.

In questa situazione non esisterebbero beni economici, cioè beni relativamente scarsi, né fare economia (e neanche studiare economia!): tutti i beni sarebbero beni liberi (o gratuiti) come l’aria o la sabbia.

Ma nel mondo in cui viviamo le cose non funzionano così: non tutti i beni sono liberi, non possiamo avere sempre tutto quello che vogliamo. Rispetto ai paesi in via di sviluppo o ai secoli passati, le società moderne sembrano davvero molto ricche, ma al crescere dei livelli di produzione crescono anche i bisogni, e la scarsità resta. Quando abbiamo soddisfatto i bisogni primari, ecco nascerne di secondari, e quando abbiamo soddisfatto anche quelli, ecco che essi si ripresentano: riscaldamento, acqua corrente, aria condizionata, automobili, telefoni cellulari, musica, sport, divertimento…

Certo, i nostri consumi attuali comprendono molte cose superflue, o bisogni indotti dalla pubblicità, ma il punto centrale resta: l’analisi economica si scontra con la scarsità dei beni, e suoi studi e le sue analisi devono aiutare le società a rispondere alle tre domande fondamentali: COSA, COME, PER CHI produrre.


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