1.7 LEGGE DELLA DOMANDA

 

La legge della domanda in economia afferma che quando il prezzo di un bene subisce un aumento, a parità di altre condizioni, la quantità di quel bene che viene acquistata subirà una diminuzione, specularmente, la diminuzione del prezzo causerà un aumento della quantità venduta.

Graficamente, questa legge può essere rappresentata dalla CURVA DI DOMANDA:

Questa legge è conforme al buon senso, e quindi si può dire che sia sempre stata conosciuta dagli uomini, sia pure non spiegata in maniera sistematica e scientifica.

E’ infatti pienamente comprensibile che, quando il prezzo della carne di manzo è alle stelle, solo i ricchi potranno permettersi di comprarla, mentre i poveri dovranno accontentarsi di carne meno pregiata o di alimenti alternativi, come cereali e patate (infatti è esattamente quello che avviene nei paesi più poveri).

Quando il prezzo scende, anche chi ha un po’ di denaro, pur non essendo ricco, può permettersi di comprare una certa quantità di carne di manzo, e inoltre, chi poteva permettersela anche prima può essere indotto ad acquistarne di più.

Quando invece il prezzo di un bene sale, si è naturalmente indotti a cercare alternative allo stesso (beni surrogati). Inoltre, sentendoci un pochino più poveri, si tende a consumare meno di tutti i beni, riducendo in particolare quelli più costosi.

La legge della domanda applicata all’acqua

Proviamo adesso ad applicare la legge della domanda ad un bene che siamo abituati a considerare molto comune, ma che è anche preziosissimo: l’acqua. Quando l’acqua è molto cara, se ne chiede solo la quantità necessaria per dissetarsi o per cucinare; quando il suo prezzo scende un po’, se ne può acquistare anche una certa quantità per lavarsi. A prezzi ancora più bassi la si acquista per altri usi ancora, e infine, quando non costa quasi nulla, la si adopera per annaffiare i fiori e la si utilizza senza neanche pensarci per qualsiasi uso, arrivando perfino a sprecarla.

Ma allora, dato che l’acqua potabile non è comunque un bene illimitato, non sarebbe meglio alzare il suo prezzo per indurre i consumatori ad un uso più ragionevole di essa? Però così facendo, si graverebbe molto sul bilancio familiare dei più bisognosi, tassando un bene indispensabile. Starà ai governi decidere le strategie migliori, a noi consumatori riflettere e non sprecare le risorse naturali.

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