IL GIARDINO DEI FINZI-CONTINI di G. Bassani
Il protagonista comincia, naturalmente a pensare ai “se” che ogni innamorato respinto conosce, e si domanda se le cose sarebbero andate diversamente se egli avesse agito prima, o non in quel modo, ma ovviamente nessuno lo potrà mai sapere. Continua, in un primo periodo, a frequentare la casa Finzi-Contini, ma poi la situazione diventa imbarazzante, e Micòl stessa gli chiede di diradare le visite.
Egli stringe allora ulteriormente amicizia con Malnate, vanno spesso a cena insieme e poi in giro per Ferrara, parlando di politica, arte e letteratura. Una sera, poi, il milanese affronta l’argomento “Micòl”, e gli fa confessare il suo amore e tutti gli avvenimenti, quasi stranamente interessato a conoscere ogni dettaglio dei suoi rapporti con la ragazza. Al rientro da questa serata, che poi sarà l’ultima della frequentazione col Malnate e coi Finzi-Contini, il protagonista trova il padre ancora sveglio ad aspettarlo, e anche quest’ultimo gli tiene un discorso, dolce e comprensivo, sul suo amore infelice, ormai noto a tutti.
Gli dice che “Nella vita, se uno vuol capire, capire veramente come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta. E allora, dato che la legge è questa, meglio morire da giovani, quando uno ha ancora tanto tempo davanti a sé per tirarsi su e risuscitare…”. Gli dà, infine, un ultimo consiglio: non tornare più in quella casa, che “è più da uomo, tra l’altro”. E il protagonista seguirà il consiglio, e non rivedrà più Micòl.