AGRIPPINA

 

Nel 37 D.C. Tiberio morì a Capri, e gli succedette Caligola, erede designato: la gente lo amava perché figlio di Germanico e Agrippina maggiore. Tuttavia il suo impero fu caratterizzato da una serie di nefandezze e follie di ogni genere, e negli ultimi giorni del suo potere fece anche esiliare la sorella Agrippina sull’isola di Ventotene. Poco dopo morì il marito di questa, Enobarbo.

Caligola venne infine ucciso dai pretoriani, i quali, insieme al senato e al popolo, nel 41 D.C. acclamarono imperatore CLAUDIO. Quest’ultimo, nato a Lione, aveva più di 50 anni, era zoppo, balbuziente, non era mai stato considerato molto brillante intellettualmente, anche se era colto e dedito allo studio, allievo di TITO LIVIO. Fu però anch’egli un crudele imperatore, pauroso delle congiure, pusillanime, succube delle donne.

Fece tornare dall’esilio Agrippina, la quale, appena tornata a Roma, decise che doveva risposarsi, e la sua scelta cadde su PASIENO CRISPO, uomo nobile, grande e famoso oratore e ricchissimo. Egli era un intellettuale e studioso, e viveva ritirato nella sua villa di Tuscolo. Anche Agrippina si appassionò allo studio e all’arte, e il loro salotto letterario si pregiava della presenza del filosofo SENECA. Dopo pochi anni Pasieno Crispo morì, lasciando Agrippina erede della sua grande ricchezza.

Nel frattempo, molte congiure erano accadute a Roma, e la moglie dell’imperatore, Messalina, era stata messa a morte. Si era scatenata una vera e propria gara tra i liberti di Claudio per trovargli una nuova moglie: NARCISO voleva che egli risposasse la sua seconda moglie, ELIA PETINA, dalla quale aveva divorziato; CALLISTO gli proponeva LOLLIA PAOLINA, che era stata moglie di Caligola, bellissima ma sterile; PALLANTE sosteneva la nostra Agrippina, che era nipote di Claudio ed aveva già un figlio, Nerone, che altrimenti avrebbe potuto entrare a far parte di un’altra famiglia romana creando problemi per la successione. Agrippina, come nipote, aveva libero accesso al palazzo dello zio imperatore, e così riuscì a prevalere sulle concorrenti, anche se sicuramente venne preferita alle altre anche perché appartenente alla gens Giulia-Claudia, figlia di Germanico, gradita sia al popolo che al senato. Anche per Claudio si trattò dunque di un calcolo politico, per realizzare il quale non esitò a far abrogare la legge in base alla quale zio e nipote non si potevano sposare.