LA CONTESSA DI CASTIGLIONE

 

Lei a Londra miete successi mondani, non le interessa né della separazione dal marito, né del figlio, né del proprio buon nome, e intreccia importanti relazioni con due uomini che le rimarranno vicini anche negli anni bui: HENRY D’ORLEANS (Duca d’Aumale, quarto figlio del re Luigi Filippo in esilio in Inghilterra) e il Generale ESTANCELIN.

Dopo alcuni mesi torna a Parigi, e qui viene colpita dal decreto d’espulsione. E’ finita la sua relazione con Napoleone III, che ha già una nuova amante. La Contessa ha ostentato ed osato troppo, non ha saputo essere discreta, si è inimicata a morte la moglie dell’Imperatore, Eugenia de Montijo umiliandola pubblicamente, e così la sua gloria è durata meno di due anni.

Ha solo vent’anni, e la sua parabola ascendente è già conclusa: ma la storia le darà il giusto ruolo, è stata la migliore ambasciatrice dell’Italia, ha indotto Napoleone III a stare dalla parte del Piemonte e a contribuire all’unificazione della penisola.


Non le resta che tornare a Torino, nella quiete di Villa Gloria.


Nel frattempo Napoleone III subisce un altro attentato, questa volta dinamitardo, ad opera dell’anarchico ORSINI ed altri, che causa otto morti e sessanta feriti davanti alla scala dell’Opera. Orsini al processo chiede il perdono dell’Imperatore, implorandolo di aiutare l’Italia a liberarsi dall’invasore austriaco, perché così avrà al confine un popolo amico. Sarà ghigliottinato, e il suo attentato non pregiudicherà la causa italiana, anche perché Vittorio Emanuele II promette in cambio dell’aiuto la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia.

La Contessa vorrebbe tornare a Parigi, ma Napoleone non glielo consente, non la vuole più vedere.