LUCREZIA BORGIA

 

A Roma in questo periodo circolava anche uno strano personaggio, Girolamo SAVONAROLA, che tuonava contro il Papa e le sue donne: fu però ben presto eliminato, messo al rogo come eretico nel 1498.

Tornò a Roma anche Giovanni Sforza, e trovò la moglie Lucrezia sempre arrendevole e a lui devota, ma si rese conto che vi era un’aria di congiura ai suoi danni, e ritiene più prudente tornare a Pesaro (avvisato di questa congiura da Lucrezia stessa). Sperava che anche Lucrezia l’avrebbe presto raggiunto, ma a Roma in realtà il Papa tramava per far dichiarare nullo il suo matrimonio, ora che era caduto in disgrazia lui e la sua casata Sforza. Lucrezia si rifugiò in un Convento a Roma perché non sapeva che fare, avendo solo l’alternativa di mettersi contro il padre Papa o contro il marito. Era stanca che il suo nome servisse per unire politiche, stanca che essere la sua vita fosse mossa a piacimento di altri, che altri decidessero per lei. Intanto a Pesaro venivano fatte pressioni dai messi papali su Giovanni Sforza per l’annullamento del matrimonio. I fratelli di Lucrezia glielo chiedevano ripetutamente. Ma un fatto terribile intervenne: il fratello Juan di Gandia, venne fatto uccidere dal fratello Cesare (Valentino) fino ad allora ecclesiastico, rimasto tranquillamente fuori dalle cose politiche. Forse fu la gelosia verso il padre, che amava moltissimo Juan, il movente dell’omicidio.

Era nel frattempo stato intentato il procedimento di divorzio tra Lucrezia Borgia e Giovanni Sforza, con il pretesto che il matrimonio non era stato consumato per colpa di quest’ultimo Egli negava tale circostanza, e dal canto suo accusava il Papa di incesto con la figlia. Tuttavia alla fine fu costretto a cedere, e a concedere il divorzio nel 1497, senza però restituire la dote di Lucrezia. Ella si ritirò per qualche tempo a vivere in convento, addolorata per la morte del fratello Juan, per l’accusa di tale morte al fratello Cesare, per il divorzio dal marito, per le accuse di incesto con il padre, e per le sue nuove nozze che si andavano preparando in Vaticano.