IL GIORNO di G. Parini
L’opera “Il giorno” di Giuseppe Parini, iniziato nel 1763 e completato negli anni successivi, è un poemetto satirico in versi sciolti, in cui l’autore si finge precettore di un “giovin signore” al quale deve insegnare il modo migliore di trascorrere la giornata: la futilità e l’oziosità somma degli insegnamenti è tale da determinare di per sé il rovesciamento dell’apparente serietà didattica, che diventa pungente satira mirata a ridicolizzare il protagonista.
Si inizia con “Il Mattino”, dedicato alla Moda, che parte con un contrasto significativo tra le prime ore del giorno del contadino e quelle del giovin signore, che va a dormire nel momento in cui quello si alza per andare nei campi: il mattino dell’eroe comincia dunque vicino a mezzogiorno, quando gli viene data amabilmente la sveglia e gli viene servita la colazione, caffè o cioccolato, le due bevande per lui prodotte dai “selvaggi”, che proprio per questo sono stati assoggettati.
Il “precettore di amabil rito” prosegue poi la sua rassegna pedagogica col presentare le lezioni di francese e di scherma, che si risolvono in altrettante chiacchiere e maldicenze, la pettinatura e la incipriatura dei riccioli, la laboriosa vestizione e infine l’uscita del nobile rampollo sul veloce coupè, che magari arroterà le gambe a qualche vile plebeo che ha osato intralciarne il cammino.