IL RAZZISMO SPIEGATO A MIA FIGLIA di T. Ben Jelloun

 

INTRODUZIONE

Sintetizzare il contenuto de Il razzismo spiegato a mia figlia non è semplice, non trattandosi di un romanzo, e non avendo esso dunque una trama e uno svolgimento. Si tratta infatti piuttosto di un saggio che contiene una serie di riflessioni sul razzismo, esposte dall’autore come se stesse parlando con la figlia, ed in effetti in più occasioni egli ribadisce come il libro sia nato proprio da una serie di conversazioni avute con la figlia ed alcune delle sue amiche. All’epoca della stesura della prima parte, la figlia ha dieci anni, mentre all’epoca della seconda (intitolata “Il montare dell’odio”) ne ha diciassette.
Nella nuova prefazione all’edizione italiana si parla delle opinioni politiche espresse dal partito della Lega Nord, delle difficoltà di integrare i rom, di Mario Balotelli e del razzismo negli stadi. Si parla inoltre della politica del Governo Berlusconi e delle grandi quantità di immigrati che si riversano sulle nostre coste rischiando la vita.

In chiusura di questa prefazione dedicata all’Italia l’autore risponde alla domanda se gli italiani siano razzisti, ed afferma che “sono come tutti gli altri. Alcuni sono ospitali, generosi, accoglienti, altri hanno paura di quel che non conoscono e hanno reazioni di rifiuto”. Conclude affermando che “è necessario che gli italiani di oggi non dimentichino che alcuni dei loro nonni sono stati costretti a immigrare in Francia, Germania, Svizzera per affrontare i bisogni delle loro famiglie. Molti italiani se lo ricordano ancora.”