UNA DONNA di Sibilla Aleramo

 

UNA DONNA di Sibilla Aleramo

Il libro “Una donna” è un romanzo autobiografico dell’autrice che viene talvolta definita la prima scrittrice “femminista” italiana, in cui essa racconta la difficile esperienza di moglie e madre, fino alla drammatica decisione finale di separarsi dal marito, pur questo comportando di non poter più rivedere il figlio.

Il racconto parte dall’infanzia della scrittrice, da lei definita nell’incipit del romanzo “libera e gagliarda”, in cui è prevalente la figura paterna, vista come guida e maestra di vita, mentre la madre è sempre in secondo piano, indecifrabile per la figlia, così come sono sentiti lontani i fratelli (due sorelle e un fratello) perché molto più piccoli d’età.

Quando la protagonista ha circa tredici anni il padre ottiene l’incarico di dirigere una fabbrica nelle Marche, e tutta la famiglia si sposta a vivere lì lasciando Milano. Nel piccolo paese però non riescono mai ad inserirsi del tutto, per la mentalità profondamente diversa che li separa dalla gente del posto, descritta come meschina, ipocrita e bigotta.

La protagonista non prosegue i suoi studi, ma viene inserita dal padre nel lavoro d’ufficio della fabbrica, lavoro che le piace molto perché si sente utile e importante. In tale occasione conosce un giovane, che lei non disdegna, e che tenta vari approcci con lei fino a giungere ad una vera violenza sessuale nei suoi confronti, solo quindicenne. La ragazza nel frattempo sta vivendo una grossa crisi di identità, essendo venuta a sapere, proprio da lui, che il padre tradisce da tempo la madre e mantiene un’amante in paese. Questo fa crollare tutta la stima da lei sempre nutrita verso il padre, e la riavvicina spiritualmente alla madre, di cui comincia ad intuire la vita infelice, che la porta ad un tentativo di suicidio prima e all’internamento in manicomio in seguito.

Alla violenza segue il matrimonio riparatore, e dopo poco tempo nasce un figlio, profondamente amato.