PAOLINA BONAPARTE

 

Con il benessere cominciò il periodo delle nozze. Giuseppe sposò Giulia Clery, figlia di un ricco mercante di sapone, stoffe, armatore e banchiere che finanzierà l’ascesa di Napoleone. Desirè Elisa sposò il generale Baciocchi, che non piaceva a Napoleone, che lo ribattezzò “l’Imbecile”.

In questo periodo a Napoleone venne affidato il comando delle artiglierie dell’armata d’Italia. Tuttavia, quando Robespierre venne ghigliottinato, egli fu imprigionato per 10 giorni con l’accusa di essere stato suo sostenitore.
Deluso, amareggiato, andò a Parigi, dove conobbe e frequentò la vedova del Visconte Beauharnais, Giuseppina, nata nei possedimenti francesi della Martinica. A quell’epoca lei era l’amante di Barras, il più importante membro del Direttorio, l’organo di governo che guidava la Francia in quel periodo.


Poiché Barras si era stufato di Giuseppina, la cedette di buon grado a Napoleone, insieme ad una importante carica militare, ed egli la sposò a 26 anni, mentre lei ne aveva 32 (anche se alcune fonti sostengono ne avesse in realtà 40).

Anche Paolina era stata chiesta in moglie da un mercante non particolarmente ricco, e a cui Napoleone era contrario. A lei non importava, perché piena di corteggiatori, due in particolare: Junot e Leclerc, aiutanti di campo di Napoleone. Il primo, timido e povero, innamoratissimo di Paolina, non la potrà sposare, mentre il secondo diventerà anni dopo il suo primo marito.


A quest’epoca, però, Paolina era presa da un amore con un personaggio ambiguo, di nome Fréron, ex sanculotto che aveva cambiato simpatie politiche più volte: prima era stato realista, poi sanculotto, poi robespierrano, poi termidoriano, senza entrate chiare e fisse, aveva all’epoca 41 anni, e, pur non essendo bello, godeva di fama di libertino ed elegantone, vestiva in modo originale ed era colto e raffinato, pur mantenendo un che di subdolo e opportunista. Per questi motivi non incontrava le simpatie di Napoleone, né della madre. Poiché in questo periodo Napoleone aveva avuto l’incarico di cacciare gli austriaci dal Piemonte e dalla Lombardia, ed era entrato da trionfatore a Milano, egli decise, per allontanare Paolina da Fréron, di farsi raggiungere da lei a Milano. Lei, inizialmente disperata, presto si entusiasmò all’idea del viaggio (i viaggi furono sempre una delle grandi passioni della sua vita).

A Milano Napoleone e Giuseppina tenevano corte a Palazzo Serbelloni, dove Paolina incontrò nuovamente il Generale Leclerc, che, ignorando l’intermezzo amoroso di Paolina con Fréron, si candidò nuovamente a suo pretendente. A lei piaceva abbastanza, anche perché aveva ben presto dimenticato Fréron, e Leclerc aveva dinanzi a sé un brillantissimo futuro e una grande carriera. Certamente, a Milano non mancò di divertirsi molto, era ammiratissima da tutti i soldati di Napoleone, e godeva di grande libertà, sempre perdonata nelle sue storie dall’innamoratissimo Leclerc.