LA CONTESSA DI CASTIGLIONE

 

La madre vigilava sulla figlia, ma neanche tanto, il padre decise invece di mandarla qualche tempo a Torino nel collegio delle Orsoline.

Cominciarono a piovere le richieste di matrimonio. Fa queste vinse quella del Conte Francesco Verasis di Castiglione Tinella e di Costigliole D’Asti, di 27 anni, vedovo senza figli, ricco, vanesio e un po’ superficiale. Non bello ma gradevole, a volte debole e arrendevole anche nei rapporti con gli altri, di personalità più forte di lui.

Era tuttavia un perfetto gentiluomo, ben accreditato alla Corte di Torino, nome illustre e antico, parentele di alto livello, piacque ai genitori di Virginia, ma non a lei, non solo fisicamente ma anche caratterialmente, per la sua debolezza. Le loro nature erano troppo differenti per poter andare d’accordo, egli si illuse di poterla cambiare, ma lei era troppo ribelle, capricciosa, narcisista, esibizionista, sicura di sé e del proprio ascendente sugli uomini. Il Conte non seppe valutare il rischio che stava per correre sposandola, avendo perso la testa per lei, la quale, dal canto suo, amava quella vita mondana che lui poteva consentirle con il suo nome e la sua carica.

IL MATRIMONIO E IL TITOLO

Si sposarono quando Virginia aveva 17 anni a Firenze, e partirono per Torino. Fu così che divenne la Contessa di Castiglione.

Dal momento del matrimonio prese l’abitudine di annotare tutto nel suo diario, e così sappiamo che Torino non le piacque, le sembrò una città costruita come un accampamento militare, con strade ad angoli retti, grigia, spazzata dal vento, piena di conventi e caserme, ben diversa dalla ridente Firenze. Il loro palazzo confinava con quello di Cavour, era stato riarredato a nuovo con grande spesa da suo marito.