LUCREZIA BORGIA
I festeggiamenti durarono giorni e giorni, e Lucrezia Borgia appariva sempre elegantissima, regale ma non altera, e la sua dolcezza catturò l’ammirazione di tutti, suscitando però l’invidia della cognata Isabella. Lucrezia non reagì alla freddezza di Isabella, che arrivò addirittura a farle l’insulto (velato, ma colto da tutti) di far rappresentare la commedia di Plauto “La Càsina”, che era considerata volgare ed oscena. Ma Lucrezia non mostrò di offendersi, anzi apparve divertita durante la rappresentazione.
Finiti i festeggiamenti iniziò per Lucrezia Borgia la vera vita ferrarese, dove dovette confrontarsi con la tirchieria del vecchio Duca d’Este che le fece subito ridurre l’appannaggio, e dovette anche subire l’allontanamento di molte sue dame di compagnia romane. Lei accettò tutto, cominciò a ricevere le dame ferraresi, alle quali confidava la sua simpatia per la cognata Isabella, certa che esse avrebbero riferito tutto quello che lei diceva.
Essendo molto devota e religiosa iniziò a frequentare i conventi, forse per cercare finalmente la pace. Dopo pochi mesi dal matrimonio aspettava un bimbo, e passava il tempo in tranquillità, ricamando, leggendo. Mise insieme anche un circolo letterario con il poeta Strozzi, ferrarese di origine fiorentina, uomo malinconico, zoppo, ma poeta sensibile e colto latinista. Alfonso non lo apprezzava, ma gli consentì di accedere al salotto della moglie.