LUCREZIA BORGIA

 

Lei si recò da sola a prendere possesso dei due feudi, con l’umiliazione ancora una volta di essere una sposa abbandonata. Ma l’orgoglio della sua posizione e della sua dignità la spinsero a dimostrare agli altri e a se stessa che sarebbe stata capace di governare. Dava udienza, riceveva, ascoltava i questuanti, esaminava suppliche e ricorse. Presto si sarebbe ricongiunta con il marito, o almeno così sperava.

Intanto i Francesi calarono di nuovo in Italia spinti dal Valentino, gli Aragonesi tremavano, il Papa ondeggiava ora verso gli uni, ora verso gli altri.

Alfonso giunse a Spoleto dalla moglie, e i due sposi vissero di nuovo giorni felici, ma presto tornarono a Roma perché Lucrezia stava per partorire e voleva far nascere il piccolo nella città di suo nonno Papa. Tutto si svolse bene, il bimbo venne alla luce il 31 ottobre 1499, e venne chiamato Rodrigo come il nonno.

Il Valentino nel frattempo aveva conquistato la Romagna, Imola, Forlì, Urbino e Camerino.

Lucrezia Borgia era a Roma felice, con il bambino, il padre, il marito accanto. Faceva vita mondana ma anche colta, attorniata da molti artisti, Pollaiolo, Michelangelo, Pinturicchio, che la ritrasse più volte. Ma proprio a Roma, dopo un ricevimento, Alfonso venne ferito in un agguato in Piazza San Pietro, quasi tra le braccia di Lucrezia. Alcuni testimoni affermarono che l’agguato era stato posto in essere dagli uomini di Cesare Borgia, ma furono fatti sparire tutti. Alfonso sopravvisse a questo primo attentato alla sua vita, ma venne fatto uccidere poco dopo, nella sua stanza, in un momento in cui Lucrezia era stata fatta allontanare con una scusa dalla sua camera. Lei cadde in un periodo di grandissimo dolore, e anche di rabbia verso il fratello Cesare che cominciava a sospettare fosse stato effettivamente il mandante dell’omicidio. Questo suo comportamento irritò però il Papa, che la relegò nel castello di Nepi, mentre già pensava al suo prossimo matrimonio.

Cesare Borgia, essendosi liberato anche di Alfonso d’Aragona, era ormai il padrone incontrastato di mezza Italia, aveva un esercito forte e ben comandato, ai suoi ordini erano Orsini, Savelli, Baglioni, Vitellozzo ed altri.