AGRIPPINA
Finse di riconciliarsi con lei e la invitò a trascorrere con lui la festa delle Quinquatrie, festa dedicata agli scolari e alle mamme. Agrippina in quei giorni si trovava ad Anzio, e giunse a Roma in nave. Nerone l’accolse affettuosamente e trascorse con lei tutta la serata, ma al momento di imbarcarsi per il ritorno Agrippina scoprì che la sua nave aveva avuto un incidente, per una manovra sbagliata (in realtà era stata manomessa), e si decise a salpare con la nave messale a disposizione da Nerone.
Il mare era liscio e la notte tranquilla, Agrippina si trovava a letto quando su di lei e la sua ancella precipitò un enorme peso di piombo, ma stranamente l’alto bordo di legno del letto le protesse, lasciando entrambe praticamente incolumi. Nel frattempo era stata aperta una fiancata della nave per far irrompere l’acqua, agevolata da tutto l’equipaggio che era al corrente del complotto. Si scatenò il caos, si ritrovarono tutti in mare, l’ancella gridava “Salvate l’imperatrice!”, e per questo venne scambiata per Agrippina e colpita in testa con un remo dai marinai. Agrippina vide tutta la scena e capì ciò che stava succedendo, ritenne più saggio rimanere in silenzio e nuotare verso la riva, e da lì recarsi a Baia, dove si trovava la sua villa e venne soccorsa dai servi.
Naturalmente, riflettendoci non ebbe più dubbi sul fatto che Nerone avesse tentato di ucciderla.
Egli nel frattempo era in preda al panico, anche per il succedersi contraddittorio di notizie sulla vicenda: quando ormai fu chiaro che Agrippina era ancora viva diede ordine ad Aniceto di portare a termine l’operazione mediante gli ufficiali della sua flotta. Solo quando fosse tutto finito sarebbe stato veramente imperatore. L’unico problema che rimaneva era giustificare il fatto dinanzi al senato e al popolo, ma a questo soccorse un caso fortuito: venne inviato dalla villa di Agrippina un servo di nome Agermo a portare notizie: Nerone ordinò di farlo passare subito, gli si avvicinò e fece cadere ai suoi piedi un pugnale senza farsene accorgere, poi diede l’allarme alle sue guardie incolpando Agermo di avere tentato di ucciderlo per ordine di Agrippina. Questa la versione che poi fu raccontata in senato.