AGRIPPINA
Fu in questo periodo che Narciso svelò a Claudio il tradimento di Agrippina con Pallante, ma Claudio non reagì come il liberto si attendeva, restando piuttosto indifferente alla cosa, e allora egli tentò di mettere Nerone contro la madre, che lo voleva, sì, imperatore, ma continuando a comandare lei. Nerone, dal canto suo, cominciava a mal sopportarla per il suo fare autoritario e duro, che la portava anche ad umiliarlo dinanzi agli altri.
Claudio, sentendosi vecchio e stanco, cominciò a riavvicinarsi al figlio Britannico, ma avrebbe voluto che anche Nerone potessero governare, tanto che li nominò entrambi suoi successori. Ma Agrippina e Pallante stavano già progettando di avvelenare Claudio, e riuscirono a mettere in atto il loro piano nel 54 D.C., in occasione di un viaggio di Narciso. Tacito riferisce, sia pure sottolineando che si tratta solo di sospetti, che gli diedero da mangiare dei funghi velenosi, o avvelenati da loro, ed egli si addormentò dopo aver mangiato in abbondanza, come era solito fare. Tuttavia stavolta fu diverso: era caduto in coma, e nessuno se ne accorse per ore.
Agrippina finse grande dolore per la morte del marito, mentre il figlio Nerone diveniva imperatore, accolto con grande gioia da tutti, esercito, popolo e senato.
Nei primi tempi il nuovo imperatore seguì i consigli della madre, nominando Seneca segretario di stato, affidando a Burro il comando della polizia e dell’esercito e a Pallante il compito di governare le finanze dello stato. Ad Agrippina affidò il ruolo più importante, cioè gli affari di stato. Provvide personalmente ad uccidere Narciso, fece uccidere anche Giunio Silano perché diretto discendente di Augusto (Agrippina aveva già fatto uccidere Decimo Silano).